Le api migratori < = > Andrea Raos

Disegno di Marcello Sessa

 

LE API MIGRATORI

ANDREA RAOS

Il libro forse più apprezzato di Andrea Raos, seppure con una scarsa diffusione all’epoca, è proprio Le api migratori. Uscito per la prima volta nel 2007 per i tipi di Oedipus, [dia•foria ne propone una riedizione completamente rivista dal punto di vista grafico e editoriale, restituendo la lezione originale, ma nella versione più aderente al progetto dell’autore. Raos in effetti in una nota interna al libro ci tiene a precisare quanto segue:

“È credo intorno al 2017 che Fabio Teti e Daniele Poletti cominciarono a parlarmi della possibilità di ripubblicare questo libro. Il testo qui presentato è identico a quello della prima edizione. Mi sono limitato, grazie a Daniele, a dargli l’impaginazione che avevo immaginato in origine, cioè la “forma” a cui le circostanze dell’epoca non mi avevano consentito di dare corpo. Ho anche subito ripensato alla lettura che Giuliano Mesa ne aveva fatto quando era ancora inedito. Mesa era un lettore straordinario per sensibilità e acume, nonché di una generosità rara nei confronti degli autori più giovani. Indipendentemente dal fatto che parli di un mio libro (avevo seguito uno solo dei suoi consigli, sostituendo “sombra” con “sgombra”), penso che questa lettera meriti di essere resa pubblica perché esemplare del “metodo” di uno dei poeti più importanti degli ultimi decenni. Ringrazio Tiziana De Novellis per la gentile concessione.
Dedico questa riedizione alla memoria di Giuliano.”

La nota critica di Paolo Giovannetti rileva questo, tra le altre cose:

“Vero poi è che una caratteristica formale – e quindi sostanziale
– delle Api migratori, e in genere di tutta la produzione dello scrittore
(con particolare rilievo nelle Avventure dell’Allegro Leprotto e altre
storie inospitali, del 2017), è una concezione della lingua e dei ritmi
poetici massimamente eclettica e inglobante. Eclettica, perché
nel dettato complessivo verso e prosa possono incontrarsi senza
problemi, la poesia convive con la metapoesia, il racconto ibrida la
lirica, il saggismo – come abbiamo visto – si insinua nel poema; ma
soprattutto l’italiano si lascia contaminare da altre lingue, assumendo
fisionomie variamente irrazionali, centrifughe rispetto alla norma.”

Insomma un libro cui era necessario dare una seconda vita, per la sua unicità e incollocabilità. Una delle diffrazioni di quella complessità che alcune scritture – di quegli autori più audaci e meno allineati – riescono ancora a produrre, indipendentemente da tutto. Una vox clamantis che è necessario ascoltare, per non recedere dal diritto/dovere della libertà.

 

 

 

LE API MIGRATORI

Volume di 124 pagg., cm 18×22
a cura di Daniele Poletti
introduzione di Paolo Giovannetti
con una lettera di Giuliano Mesa
euro 17.00
per acquistare il libro
scrivete a: info@diaforia.org

 

 

 

 

 

 

                                                                                 

Andrea Raos (Tradate, 1968) è poeta e traduttore,
ed è stato per diversi anni studioso
di letteratura giapponese classica. Il suo libro
più recente come autore è o!h (Blonk, 2020),
come traduttore è Charles Reznikoff, Olocausto
(Benway Series, 2014).

 

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