eccetera. E < = > Luigi Ballerini

 

Nel carrellino della spesa per questo Natale ecco finalmente la riedizione di “eccetera. E” di Luigi Ballerini.
Risale al 1972 la prima edizione Guanda e al 2016 l’inserimento di questa prima raccolta nell’Oscar Mondadori dedicato a tutte le poesie dell’autore. Allora perché affrontare un nuovo sforzo editoriale? È presto detto.
La ripubblicazione di “eccetera. E” rientra anzitutto nel percorso logico di riscoperta o di scoperta di quelle scritture, che per vari motivi, sono rimaste inascoltate, mal recepite e finanche osteggiate, ieri come oggi. [dia•foria aggiunge pertanto un tassello importante al suo catalogo letterario, improntato alla promozione della scrittura esplorativa e complessa.
Inoltre, a nostro avviso, “eccetera. E” si inserisce in un momento storico molto difficile, appena dopo la Neoavanguardia, e questo non ha certo giovato alla ricezione dell’originalità e della vis critica che il libretto esprime. In effetti Ballerini, a 32 anni nel 1972, attraverso una ben recepita lezione delle avanguardie, coraggiosamente e con una certa certa dose di ironia, cerca di portare il dispositivo enunciativo al parossismo (anche attraverso l’uso eccentrico delle parentesi che, come evidenziato bene da Cecilia Bello Minciacchi, rappresentano una novità rispetto a ciò che l’aveva preceduto) e inevitabilmente il libro diventa un’esperienza meta-letteraria di riflessione sulle possibilità del fare poesia.
Un esordio dunque problematico, che già preconizza le difficoltà di dire qualcosa di diverso e di nuovo rispetto ai Maestri ingombranti del Gruppo 63, ma soprattutto la necessità ante-litteram di violare le strade già percorse, per intraprendere un sentiero personale, divergente e perciò non incasellabile.
Prima prova, di un autore non più giovanissimo, che esprime immediatamente un tempo di crisi, ma che non è più la crisi pseudo-rivoluzionaria dei Sanguineti, dei Balestrini, dei Pagliarani, etc., piuttosto una crisi ontologica che riguarda il “come” rapprensentare la crisi, con quale linguaggio. Come ricorda Michel Serres “crisi” deriva dal greco krinō = giudicare e giudizio porta con sé il de-caedere, la decisione, il taglio. Ciò che si respira in “eccetera. E” è appunto una meditazione travagliata e un taglio, se non netto, vigoroso con il recente passato e stanno lì a dismostrarlo i lavori successivi di Ballerini, nella loro autonoma spes.

Caratteristiche del volume:

F.to: 12 x 23
Pagg.: 68
Copertina: b/n
Confezione: brossura
Prezzo: euro 14,00
[dia•foria, 2018
Edizioni: Il Campano

Arricchiscono il libro il saggio di Cecilia Bello Minciacchi, la postfazione di Remo Bodei e l’intervento di Giulia Niccolai. Abbiamo inserito anche la recensione storica che apparve su Tam-Tam 3-4 nel 1973 a cura di Adriano Spatola per gentile concessione degli eredi Riccardo Spatola e Bianca Maria Bonazzi, che ringraziamo. L’immagine di copertina è un’opera di William Xerra.

Il libro può essere richiesto direttamente all’indirizzo: info@diaforia.org
o presso l’editore Il Campano (Pisa).

 

Englonde or thereabouts

1
l’operazione consiste
nel premere con forza le pareti
della cavità tenendo a mente
la formula
     in caso di apatia
il siero cade sui gioielli
acerbi della gola
        anche un turista lo vede
quest’ermafrodito è copia
dell’originale

2
il resoconto è pulito
amore nel senso che il viaggio conferma
l’idra e si avverte:
         itineranti calendari avvolgono
         cani senza gambe
         la volontà degli acidi è paura
sulle gengive gusto
nell’accusa specie
nell’ibrido quando
trarremo le somme il torchio
dell’uva sarà una prigione

3
per questo debito le mie sterline valgono
investitura e spazi
        transoceanici
fuochi di tombe intorno
alla memoria
       l’invenzione
dei labirinti misura
il sangue della profezia

4
il secolo non nacque
da ceneri imputate a doppia
mandata la porta
era socchiusa
       e dopo morta
(errando sopra il fiume)
disse di aver gradito
        quarant’anni di regno
anche se Londra non era il paradiso
la nomina comunque bisognava
confermarla ai cavalieri erranti
per evitare un corrompersi ulteriore
del tessuto sociale
        in un’epoca già così di crisi
 

Luigi Ballerini, poeta, saggista e traduttore, è nato a Milano nel 1940 e vive tra Milano e New York. Ha insegnato letteratura italiana moderna e contemporanea alla New York University e alla UCLA. Ha tradotto libri di autori americani tra cui Herman Melville, William C. Williams, James Baldwin, Gertrude Stein, Kurt Vonnegut. Come critico si è occupato di Futurismo, letteratura d’avanguardia, poesia medievale e contemporanea. Ha curato molte antologie bilingui di poesia italiana e americana, tra cui la mastodontica “Those who from afar look like flies” (University of Toronto press, 2017). Tutte le sue poesie sono raccolte in un Oscar Mondadori a cura di Giuseppe Cavatorta (2016).
Tra le sue pubblicazioni di poesia: eccetera. E (1972), Che figurato muore (1988), Che oror l’orient (1991), Il terzo gode (1994), The Cadence of a Neighboring Tribe, English edition, (1997) Stracci shakespeariani (1996), Uscita senza strada (2000), Uno monta la luna (2001), Cefalonia (2005, 2013), Se il tempo è matto (Mondadori, 2010), Una dozzina + 3 (2012).

Cliccando sull’immagine potrete accedere all’intervista che [dia•foria ha fatto a Luigi Ballerini il 16 maggio 2017

 

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