Ragioni, a piene mani, per l’«enfin!» < = > Augusto Blotto

 

Ragioni, a piene mani, per l’«enfin!»
AUGUSTO BLOTTO

 

Augusto Blotto, nato a Torino nel 1933 è considerato il poeta italiano più prolifico della sua generazione e forse della storia italiana: «titolare di un’opera in versi ove l’abnormità della dimensione fisica convive con una stupefacente invenzione verbale» (Stefano Agosti dal lungo saggio “La lingua dell’evento” a lui dedicato). Per ulteriori cenni biografici e per capire le fasi della scrittura blottiana si rimanda alla pagina Wikipedia.

Blotto è uno di quei nomi trasversali della letteratura italiana, grande vecchio outsider, troppo singolare per essere ricompreso in qualsivoglia corrente. La lingua blottiana ha una cifra inconfondibile e senza eguali (e non si tratta di frase fatta o di circostanza: la sintassi, il lessico, i blocchi versali, costruiscono un’architettura che è difficilmente ripercorribile per ricchezza e varietà).
In Blotto, la sperimentazione sulla lingua e sulla parola coinvolge le strutture profonde del testo e tocca tutte le parti del discorso, il cui statuto viene costantemente rimesso in discussione; è forse possibile tracciare un parallelo con le procedure attuate nella dodecafonia e nelle esperienze musicali successive, tese ad ampliare il campo delle potenzialità espressive.

Nell’autunno del 2002, terminata La vivente uniformità dell’animale (Manni), il poeta avvia Ragioni, a piene mani, per l’«enfin!» un’opera dalle dimensioni inconsuete e destinata a terminare con la sua morte.
Il presente libro ne costituisce una breve antologia, considerando che ad oggi il testo conta oltre 2500 pagine.
Con questa pubblicazione si rinnova anche la lettura critica dell’opera di Blotto, grazie ai saggi di Giacomo Cerrai (Piani di Blotto. Appunti di lettura), Philippe Di Meo (La «fantasmagorea» di Augusto Blotto: ovvero il locus solus di un narcisismo assoluto), Chiara Serani («Dell’estrema varietà e dell’estrema ricchezza»: la topografia immaginaria di Augusto Blotto) e un intervento di Stefano Agosti (Augusto Blotto e la scrittura del reale).

Per approfondire il frastagliato universo blottiano è necessario fare riferimento a AA.VV.  «Il clamoroso non incominciar neppure» Atti della giornata di studio in onore di Augusto Blotto, Torino, Archivio di Stato, 27 novembre 2009, con testi critici di Giovanni Tesio, Stefano Agosti, Philippe Di Meo, Marco Conti, Giorgio Bárberi Squarotti, Dario Capello, Anna Grazia D’Oria, Emilio Jona, Stefano La Notte, Marica Larocchi, Sandro Montalto, Antonio Rossi, Roberto Rossi Precerutti, Giovanna Ioli.
E il sito: Augusto Blotto

 

 

 

 

 

 

Augusto Blotto – Ragioni, a piene mani, per l’«enfin!»

Formato: 17×24 cm
Pagine: 260
euro 20
a cura di Daniele Poletti
saggi critici di: Giacomo Cerrai, Philippe Di Meo, Chiara Serani, Stefano Agosti
e una cartolina-collage di Francesca Marica
[dia•foria, maggio 2021
collana: floema – esplorazioni della parola

per ordini potete scrivere a: info@diaforia.org

 

 

 

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