I-X (dal primo al senza numero) Gian Paolo Guerini I-X, dal primo al senza numero, libro primo della “trilogia del divenire/ inveire”, è, potrebbe essere, sarà, sarebbe. Romanzo? Certo, narrazione morenica, flusso sotterraneo di molteplici e inaspettate risorgive di senso, in forma di “scrittura espansa”, che mette in liquidazione non solo il portato politico dell’Avanguardia, ma anche di tutta quella sperimentazione puramente formale subito distinguibile per ozio e povertà di prospettiva. Summario di una scrittura di lungo corso, la trilogia consiste nella fusione e ri-velazione di libri e materiali inanellati in più di quarant’anni di scrittura, secondo una delle possibili declinazioni (quella che stiamo leggendo) di un procedimento permutativo potenzialmente illimitato. Secondo il De signatura rerum naturalium di Paracelso (dottrina per cui tutte le cose portano un segno che manifesta e rivela le loro qualità invisibili) «esiste una “Kunst Signata” che costituisce per così dire il paradigma di ogni … Continua a leggere →
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Intervistammo Maurizio Spatola nel febbraio del 2014, a casa sua a Sestri Levante. Oggi testimone impareggiabile delle avanguardie del secondo novecento e della sperimentazione letteraria in tutte le sue forme, Maurizio è stato nel ventennio che va dai ’60 agli ’80 fautore e facitore, insieme ai fratelli Adriano e Tiziano e Giulia Niccolai, dell’esperienza editoriale e socio-letteraria più rilevante e straordinaria che l’Italia abbia mai conosciuto: stiamo parlando ovviamente delle Edizioni Geiger, della rivista poetica tam-tam e della cosiddetta Repubblica dei Poeti fondata al Mulino di Bazzano in Emilia. La testimonianza che Maurizio può fornirci su quel periodo, forte di una memoria fotografica ferrea, però non è solamente verbale, ma si è concretizzata in un archivio online di testi, e non solo, importantissimi e ormai quasi impossibili da reperire, se non a cifre esose. Dal 2009, ospite del sito di Gian Paolo Guerini, Maurizio Spatola inizia il percorso di scansione e … Continua a leggere →
Peter Carravetta è titolare della Cattedra “Alfonse M. D’Amato” per gli Studi Italiani e Italoamericani alla Stony Brook University, nello stato di New York. Si occupa di ermeneutica, teoria critica, storia delle idee, avanguardie e postmoderno, poetiche e politica, emigrazione, studi italoamericani, studi inter-culturali, e l’Umanesimo italiano ed europeo. Attualmente sta ultimando una ricerca sulle origini dell’emigrazione e del colonialismo italiani. Fondatore e direttore della rivista Differentia, review of italian thought (9 fascicoli, 1986-1999), Carravetta è autore di Prefaces to the Diaphora. Rhetorics, Allegory and the Interpretation of Postmodernity (W. Lafayette (IN), Purdue University Press, 1991), Il fantasma di Hermes. Saggio su metodo retorica interpretare(Lecce, Milella 1996), Dei parlanti. Studi e ipotesi su metodo e retorica dell’interpretare (Torino, marcovalerio, 2002),Del Postmoderno. Critica e cultura in America all’alba del duemila (Milano, Bompiani, 2009);Sulle tracce di Hermes. Migrare, Vivere, Riorientarsi (Milano, Morellini Editore, 2012);The Elusive Hermes. Method, Discourse, Interpreting(Aurora (CO), The Davies Group … Continua a leggere →
Con questo articolo parte Colloquiale, l’intervista che seguirà la pubblicazione di ogni autore su f l o e m a. Prima di passare al botta e risposta vero e proprio, mi preme riportare una parte interessante di un messaggio privato che Gian Paolo Guerini mi ha spedito. Chiedo aiuto a Nanni Cagnone che egregiamente chiarisce la differenza tra “poeta” e “letterato”:«La poesia non chiede devozione, bensì disperato orgoglio; non perché l’innaturale questione dell’originalità sia decisiva (dopo tutto, non è che l’effetto di una tradizione interrotta e l’equivalente del copyright, del mercantile trade mark), ma perché manifestare devozione, e sostenere da principio la propria dipendenza, è da letterati, non da poeti (i primi potrebbero essere la versione amatoriale o impiegatizia dei secondi). Invece di scrivere, gli adoratori dovrebbero limitarsi a sospirare, talora commuoversi, e allestire nostalgiche merende in sale da tè, guardandosi dal debole orgoglio che sempre accarezza ifans, a cui … Continua a leggere →
Gian Paolo Guerini (Crema 1958) è il primo artista che ospitiamo su f l o e m a; parliamo di artista perché Guerini non si occupa solo di scrittura, ma anche di musica e arti visive. Nella sua intensa attività artistica è stato promotore di progetti editoriali, performance, letture; si è interessato alla mail-art, alla mistica e a Joyce; oltre ad essere entrato in contatto con i più eminenti sperimentatori del XX° secolo (da Adriano Spatola a John Cage). Dunque una figura piuttosto complessa che sorprende per la vivacità creativa e di pensiero.Indubbiamente questa matrice di complessità e stratificazione si riscontra ampiamente nei testi, che possono suscitare la vertigine del baratro. L’intuizione del tempo dopo il salto nel vuoto è l’ipotesi del tempo di lettura di molti lavori di Guerini: si parte e ci si agglutina via via nella pasta densa di un “dire” centrifugo (ma non di un … Continua a leggere →