SATURAZIONI di Simona Menicocci è un libro che invecchia e migliora con gli anni, come i vini di grande struttura e corpo. Composti tra il 2012 e il 2013, i centocinquanta testi che formavano l’opera si sono ridotti in questa edizione (la prima a stampa, se si eccettuano alcuni testi apparsi sul volume EX.IT – Materiali fuori contesto, e corredata da un ponderoso saggio a firma di Luigi Severi) a circa cento, dunque una «cospicua espunzione e una loro dislocazione in quattro sezioni, volta a proporre un percorso di lettura che potesse dar conto tanto della pratica di scrittura originaria, con le sue intenzioni e direzioni, quanto dell’esperienza retrospettiva del testo» (come scrive l’autrice). Ma pur evolvendo, maturando nel tempo, un lavoro come SATURAZIONI è destinato a rimanere un testo “inattuale”, fieramente allotrio, anche se lucidamente radicato nelle problematiche della storia e dell’etica, sempre valido, sempre reinterpretabile, rutilante nel … Continua a leggere →
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Rendere produttivo il falso appunti su spazio di destot di Simona Menicocci Non può esserci, né farsi, un discorso definitivo e definitorio su spazio di destot di Fabio Teti. Libro impossibile da etichettare o classificare, il cui senso – plurale, molteplice, opaco – sfugge, centrifuga, resiste a ogni tipo di irrigimentazione ermeneutica e provoca un dialogo/lettura ininterrotto, ma soprattutto infinibile. L’Ur-testo iniziale era infatti una raccolta di poesie d’amore che – resasi intollerabile all’occhio dell’autore sia per la sua natura privata, autoreferenziale e non ‘comune’, sia per l’autofiction di cui era intrisa – è stata distrutta, o meglio, decostruita attraverso due procedure che hanno scopi differenti. L’autore stesso spiega egregiamente i processi attuati: «Le due parti, ‘disfazione’ e ‘diversione’ nascono dal corpo di un medesimo testo, ossia un libro di poesie che scrissi tra 2004 e 2005, e di cui ho patito negli anni successivi tutta la falsità immanente … Continua a leggere →
La scrittura del rimosso. Su spazio di destot di Fabio Teti di Luigi Severi crâne abri dernier pris dans le dehors tel Bocca dans la glace (Beckett) Fai torto a me, ma è lui che trascini in catene (Euripide) spazio di destot di Fabio Teti ([dia•foria, 2015) è un libro difficile, quasi dilaniato da contenuti incandescenti, ma gestito da un ordine rigoroso, in forza del quale lo spazio della scrittura, a partire da un percorso di desoggettivazione, arriva a dare un rilievo incendiario a elementi primi, realia caduti dal discorso individuale e collettivo: dal passo implacabile della metamorfosi, alle ferite della storia, ai difficili medicamenti. Scrive l’autore, nella parte finale del libro: «è sempre per essere vero, che faccio il mio incubo». Proprio la vista di ciò che è stato rimosso, e che la parola può riportare in superficie, potrà forse un giorno rendere di nuovo pronunciabile (vero) … Continua a leggere →
FABIO TETI COLLOQUIALE + spazio di destot (a seguire…) Fabio Teti (1985). Nel 2013 ha pubblicato, all’interno del volume Ex.It. 2013. Materiali fuori contesto (Tielleci, Colorno), le prose di sotto peggiori paragrafi e, per La Camera Verde di Roma, b t w b h, uno dei cui testi è stato esposto, nel maggio 2014, al MACRO di Roma, nell’ambito della mostra collettiva se il dubbio nello spazio è dello spazio, a cura di Nemanja Cvijanovic e Maria Adele Del Vecchio. Nel marzo 2015, presso l’Unione Culturale Franco Antonicelli di Torino, ha partecipato al progetto La descrizione del mondo, a cura di Andrea Inglese, con l’installazione Hiro (anamorfosi è un avverbio di modo) ideata assieme a Simona Menicocci, con la quale ha anche organizzato il laboratorio prove d’ascolto, dedicato alle scritture ‘divergenti’ contemporanee, presso il WSP photography di Roma. Nel maggio del 2015, per le edizioni [dia•foria di Viareggio, esce … Continua a leggere →