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GIULIO MARZAIOLI

t h e r m a e

(prima fase)

 

Nota critica a cura di Luigi Severi

Film muto, resoconto fotografico in forma
di exemplum, referto visivo e verbale di
una giornata, poema allegorico per prosa e
immagini, epitome di romanzo filosofico.
thermae è opera che sfugge ad un’univoca
definizione, in virtù di una complessità
immanente a ogni lavoro di Marzaioli, e
così naturale al suo atto rappresentativo,
da portare sempre a letture diverse e
complementari.
A un primo livello, thermae non è più che
la storia di una giornata, costruita secondo
una sequenza di fatti preordinati: risveglio,
scansione dei pasti, cure termali, abluzioni,
momenti di incontro con altri ospiti della
struttura, avvio al sonno, nuovo risveglio. In
questa fabula elementare ci sono una lei, un
lui, un personaggio collettivo (inservienti,
altri ospiti); le cose («tavolini in ferro battuto
dipinti di bianco», «sdraio bianche», «lenzuola
di cotone», ecc.); i luoghi (la piscina, la
veranda, la «stanza dei liquori»).
Sebbene questa narrazione di realtà vada
presa alla lettera (è ciò che accade), gli
stacchi ieratici del montaggio, in cui si alternano
scrittura e foto (di terme antiche, assolute,
che vanno via via a sfocarsi, a perdere
cronologia misurabile), i tagli del silenzio, il
ritmo incantatorio (la «ritmica delle gocce»),
la dominante bianca («il bianco inteso come
la prima opacità», Deleuze) conducono sin
dalla soglia a ulteriori scarti di senso, secondo
un’inclinazione retorica anch’essa assoluta.
Su un piano di interpretazione morale,
la meccanica termale vale come biografia
anonima di un H.C.E. dalla veglia
immutabile, inchiodata (come in un rarefatto Angelo sterminatore)
nella prigione di un quotidiano spettrale per assenza di
scopo che non sia la stenta conservazione del medesimo. Su
un piano modernamente anagogico (di un «sovrasenso» che
è «quando spiritualmente si spone una scrittura», secondo la
lezione del Convivio), diventa invece teatralizzazione del tempo
ritualizzato che riempie, di ripetizione in ripetizione, l’enigma
trasparente di un’attesa senza oggetto.
Al tempo stesso storia esemplare, teatro delle ombre, Montagna
incantata ridotta a pura sinossi, thermae, ambientato com’è in
un luogo di cura perenne e perenne distanziamento (proprio
come il sanatorio di Davos), e dunque segnato dall’«abolizione
delle misure del tempo» (Ricoeur su Mann), è cronaca di
un’universale liturgia dell’assenza, officiata a filo di crepuscolo. E
se è vero che «“ciò che succede” in un racconto, da un punto di
vista referenziale (reale), è alla lettera: niente», poiché «“ciò che
avviene” è unicamente il linguaggio» (Barthes), allora la mimesi
è qui completa, dal momento che in questo perpetuo presente
senza mutamento («per lei è di grande consolazione sapere che
non può accadere niente») il linguaggio stesso decide di regredire
a vacua sentenziosità («Sta pensando alla pressione», «Non si
possono lamentare», ecc.), a riempitiva iterazione del già stato.
In questo modo, l’intendimento circolare di thermae, tautologico
in partenza, si compie: gesto, parola e immagine sono la
grammatica di una teologia rovesciata in nihilatio rerum, disegno
non soltanto di una condizione storica, tesa a non significare,
ma anche di un vuoto metafisico agghiacciato e ormai consueto,
pacatamente popolato da Malone sfocati e malinconici, intenti
non più che alla disciplina ordinaria della sopravvivenza.

 

 

 

Giulio Marzaioli – thermae

Formato: 13×21 cm
Pagine: 60
euro 15,00
a cura di Daniele Poletti
nota critica: Luigi Severi
[dia•foria, novembre 2023
collana: floema – esplorazioni della parola

 

Giulio Marzaioli (1972) vive a Roma. Tra
le pubblicazioni, in versi e prosa: In re ipsa,
Anterem Edizioni (premio Montano); Quadranti,
Oedipus Editore; Trittici, Edizioni d’if
(premio Mazzaurati Russo); Quattro fasi, La
Camera Verde; Arco rovescio, Benway Series.
Alcuni testi scritti per il teatro sono raccolti
in Appunti del non vero, Editrice Zona.
Ha inoltre pubblicato i volumi fotografici
Cavare marmo e La concia, per le edizioni
de La Camera Verde. Numerosi i contributi
su riviste e spazi web, è presente in antologie
e opere collettive e suoi testi sono tradotti
in Francia, Stati Uniti, Germania, Spagna,
Svezia. Conta diverse collaborazioni con
artisti di diversa estrazione “linguistica”, in
prevalenza fotografi e videomaker. Tra gli
ideatori e organizzatori di «Ex.it», evento
permanente dedicato a “materiali fuori contesto”
scrittura, musica e arte contemporanea,
è attualmente co-curatore del progetto
editoriale Benway Series.

 

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