Il 18 maggio 2022, mercoledì, si terrà il primo Convegno sull’opera e la figura di Adriano Spatola, nella letteratura del ‘900 e oltre, dal titolo Adriano Spatola: molarità nella letteratura del ‘900.
Il Convegno è organizzato dal Collettivo LALS (Laboratorio Letterario di Siena) in collaborazione con il Dipartimento di Filologia e Critica delle Letterature Antiche e Moderne dell’Università degli Studi di Siena e la casa editrice [dia•foria.
Oltre al Convegno è prevista una mostra propedeutica ed esplicativa di materiali spatoliani (opere visuali, manifesti, libri e un percorso biobibliografico), a cura di Marcello Sessa e Giovanni Fontana.
La giornata avrà il suo avvio alle ore 10.00, con la presentazione ufficiale del Convegno e gli interventi di:
– Bianca Maria Bonazzi – Marcello Carlino – Marilina Ciaco – Giovanni Fontana – Clementina Greco – Francesco Muzzioli – Valentina Panarella – Daniele Poletti – Chiara Portesine – Gian Paolo Renello – Marcello Sessa
A seguire, dalle 19.30, si terrà la serata performativa in omaggio ad Adriano Spatola, con le seguenti presenze:
– Paolo Albani – Francesco Aprile – Julien Blaine – Ophelia Borghesan – Sara Davidovics – Giovanni Fontana – Fumofonico – Gian Paolo Guerini – Rosaria Lo Russo – Massimo Mori – Gian Paolo Roffi
– Fabio Teti – Paul Vangelisti
In occasione del Convegno sarà presente il libro OPERA di Adriano Spatola, contenente tutta l’opera poetica dell’autore e la riedizione del romanzo L’oblò, per le edizioni [dia•foria, in collaborazione con dreamBOOK edizioni.
relativa al primo convegno sull’opera e la figura di Adriano Spatola, nella letteratura del ‘900 e oltre, dal titolo Adriano Spatola: molarità nella letteratura del ‘900.
Il convegno è realizzato dal Collettivo LALS (Laboratorio Letterario di Siena) in collaborazione con il Dipartimento di Filologia e Critica delle Letterature Antiche e Moderne dell’Università degli Studi di Siena e la casa editrice [dia•foria.
Il convegno si terrà il 18 maggio 2022 e la scadenza per l’invio dell’intervento è il 14 marzo 2022.
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Di seguito il testo completo dell’invito
per qualsiasi informazione potete comunque scrivere a:
Sabato 01 10 2016 presso il chiostro di S. Agostino a Pietrasanta avrà luogo l’ultimo appuntamento del festival di arti sonore “Suono Prossimo” organizzato da Lisca Records e Nub Project Space si esibiranno Alessandra Eramo e Gelba. Si prospetta una serata con due set molto diversi fra loro: un binomio che vede ad un polo, il suono-forma della Eramo, cantante artista e performer, l’altro polo costituito dal duo “Gelba” formato da Michele Mazzani e Matteo Poggi che uniscono nella ricerca del suono field recording, chitarre distorte e loops.
Alessandra Eramo
Alessandra Eramo
Alessandra Eramo attraverso l’atto performativo congiunto all’uso arcaico della voce offre spettacoli che oltrepassano gli strati più viscerali dell’espressione poetica. Nelle sue performances di poesia sonora usa dinamicamente suoni pre-registrati, microfoni, voci e lingue sconosciute, field recordings, theremin e nastro magnetico.
Artista e compositrice formatasi a Berlino, Alessandra Eramo lavora principalmente con la voce e il rumore per la creazione di performances e composizioni testo-suono, ma anche installazioni, disegni e video, esplorando territori acustici latenti della voce umana e ridefinendo i confini della poesia sonora ma anche quelli della performance vocale.
Si è formata in canto classico, teoria musicale e pianoforte in giovane età, ha completato i suoi studi in seno alla musica sperimentale a Milano, Stoccarda e Venezia.
Ha esposto e si è esibita in Europa, Turchia, USA e Canada presso, tra gli altri: Museum FLUXUS+ Potsdam, PACT Zollverein Essen, Flussi Festival Avellino 2015, Roulette New York, Liverpool Biennial 2012. Su invito dell’Istituto Italiano di Cultura di Stoccarda, partecipa al “Padiglione Italia nel Mondo” della 54° Biennale di Venezia con la sua opera audiovisiva Poetophonie. Co-fondatrice di “Corvo Records – vinyl & sound art production” a Berlino, pubblica l’LP da solista Come ho imparato a volare nel 2011 e nel 2014 il 7” Roars Bangs Booms, basato sulle parole onomatopeiche dal Manifesto Futurista “L’Arte dei Rumori” di Luigi Russolo. Collaborazioni con acclamati compositori, artisti e coreografi includono Brandon LaBelle, Tomomi Adachi, Noha Ramadan, Seiji Morimoto, Marta Zapparoli. Nel 2015 è performer vocale nell’opera video del duo svizzero Maria Iorio & Raphaël Cuomo, esposta alla Fondazione Querini Stampalia nell’ambito della 56° Biennale di Venezia. Vincitrice di premi e residenze artistiche tra cui: Goethe Institut Napoli/Monaco, IfA Berlino/Stoccarda, EMS Stoccolma, Harvestworks New York. Dal 2015 e membro del collettivo “Errant Bodies Sound Art Space” a Berlino.
Michele Mazzani // guitar, synth, tapes, e-harp, loops and teeth Matteo Poggi // guitar, analog echo, tapes ,gongs and drones
Gelba
nasce nel 2011: Michele Mazzani e Matteo Poggi stanchi delle loro esperienze musicali, decidono di fondare un nuovo progetto a partire da visionari field recordings di montagna, complesse soluzioni chitarristiche, e arcani tape loops riprocessati all infinito, nell intento di creare un muro di suono contornato da parti e momenti piu calmi ed evocativi… Negli anni hanno condiviso il palco con diversi progetti di sperimentazione sonora, italiani e stranieri tra cui Sic Alps, Rinus Van Alebeek, Bear Bones Lay Low, To Live And Shave In L.A., Jooklo duo, Bruital orgasme, Burial Hex, Dylan Nyoukis, Thurston Moore, Thollem Mcdonas, etc.
Discografia recente:
– split tape w/t My Cat Is An Alien (old bicycle rec)
Venerdì 2 settembre alle ore 21:00 presso il chiostro di S.Agostino a Pietrasanta avrà inizio la seconda edizione di suono prossimo, rassegna di arti sonore organizzata da Lisca Records e Nub Project Space con [dia•foria in veste di media partner. Il palinsesto è stato curato scegliendo artisti che operano nella ricerca musicale secondo parametri che corrispondono all’eclettismo, ovvero ad un utilizzo di tecniche appartenenti a schemi teorici diversi, e all’integrazione, che riguarda invece la capacità di avvalersi di un modello teorico ben sperimentato, da affiancare ad altri modelli che possono offrire una visione diversa, per espandere la mutevolezza del suono. La prima serata vede come protagonisti i toscani Lieutenant Murnau e il duo Lettera 22, di cui di seguito potete leggere le biografie.
Lieutenant Murnau
Nella tradizione sotterranea che dalle identità collettive di Monty Cantsin e Luther Blissett arriva fino ad Anonymous, Lieutenant Murnau è un “nome multiplo” adottato tra il 1980 e il 1984 dal networker toscano Vittore Baroni e da diversi operatori che hanno realizzato dischi e cassette (in Italia, Paesi Bassi, Germania, Belgio, Regno Unito) “senza suonare una sola nota”. Brani di Lt. Murnau, spesso ottenuti con tecniche di cut-up ispirate all’opera di W.S. Burroughs e B. Gysin o manipolando originali “vinili preparati” in azioni di turntablism radicale fai-da-te, sono comparsi nei primi Ottanta anche in numerose antologie internazionali su disco e su nastro. Il nome e l’immagine di questo “gruppo fantasma”, tra i progenitori del “plagiarismo” sonoro (o plunderphonics) assieme a personaggi come John Oswald, l’artista fluxus Milan Knížák e il collettivo Negativland, derivano da una foto del regista tedesco Friedrich Wilhelm Murnau (autore del celebre Nosferatu) in divisa da tenente della Luftwaffe durante la prima guerra mondiale. Il progetto aperto ha circolato tramite fanzine autoprodotte, locandine di concerti immaginari e centinaia di maschere col volto di Lt. Murnau spedite in ogni angolo del mondo. Nel 1998, una selezione del repertorio di Lt. Murnau è stata rivisitata e rimontata nel cd Le Forbici di Manitù play & Remix Lieutenant Murnau, coprodotto dalle etichette Earthly Delights e Soleilmoon (UK/USA). In seguito, il “vampiro sonoro” Lt. Murnau è fuoriuscito dalla tomba in rare occasioni, con performance dimostrative e coinvolgendo il pubblico in rassegne di ricerca sonora come eXperimenta 3 a Piombino e Rumori a Viareggio (entrambe nel 2007).
Lieutenant Murnau
Lettera 22
Mario Castro e Riccardo Mazza iniziarono il progetto Lettera 22 nel 2010 con la prima uscita “Negative Tongue”, un doppio nastro su Second Sleep, l’etichetta di Castro. Nel 2011 uscirono “True Form” (LP, A Dear Girl Called Wendy) e “Lack Of Attention” (CD,Ljud & Bild Produktion), i loro primi veri e propri album, che ricevettero recensioni entusiaste per il loro peculiare mix di rumore, field recordings e looping. Negli anni successivi approfondirono la loro esperienza nel campo sonoro cercando di sviluppare la loro personale visione della tradizione della musica concreta, sia attraverso strumenti digitali che analogici, per tracciare un ritratto della vita umana e dei paesaggi violati.
Le loro ultime uscite sono “General Tempo” LP su Second Sleep e doppio sette pollici prossimamente in uscita presso Holidays Records.
Durante questi anni hanno partecipato a diversi festival di musica sperimentale come il Norberg Festival, il Broken Flag Festival, Hideous Porta, Summer Scum e hanno suonato sia in date singole che durante un paio di tur in Italia e in Regno Unito.
Venerdì 2 Settembre
Lieutenant Murnau
Lettera 22
ore 21:30, Chiostro di S. Agostino, sala dell’Annunziata
Sabato 17 Settembre
G. Altieri/C. Favaron
Metzengerstein
ore 21:30, Chiostro di S. Agostino, sala dell’Annunziata
Sabato 1 Ottobre
Alessandra Eramo
Gelba
ore 21:30, Chiostro di S. Agostino, sala dell’Annunziata
Nella giornata di venerdì 22 Aprile alle ore 19:00 presso il ristorante LaBottega (Viale Apua, 188, 55045 Marina di Pietrasanta) si terrà un evento che anticiperà il festival di Arti Sonore Suono Prossimo. Il trio di improvvisazione elettroacustica formato da Edoardo Ricci (sax), David Lucchesi (chitarra elettrica) , Devid Ciampalini (voce, percussioni, elettronica) sarà protagonista di una serata che si prospetta avvolgente: il suono come un altrove, di volta in volta, geografico, etnico, geometrico.
Lisca Records con la collaborazione di Nub Project Spacecontinuano il lavoro fatto con l’edizione 2015 sostenendo la musica sperimentale sul nostro territorio, intrecciando risorse umane e artistiche al fine di promuovere questa raffinata forma d’arte. [dia•foriaabbraccerà il progetto in veste di media partner mettendo a disposizione le sue risorse.
Di seguito una breve intervista a Michele Spagnghero e una video intervista al gruppo di improvvisazione elettroacustica VipCancro.
Buona lettura e naturalmente buona visione!
Michele Spanghero – desmodrone
Michele Spanghero
1) Parlaci del tuo progetto: come è avvenuto l’incontro, cos’è la tua musica, quali sono le dinamiche performative?
Il progetto che ho portato al festival si chiama desmodrone, è un lavoro performativo che ha un valore particolare, direi centrale, nella mia ricerca acustica in campo musicale, ma ha influenzato molto anche il mio lavoro nel campo della sound art e nelle arti visive portandomi a concentrarmi sulla risonanza (anche concettuale) tra spazio e suono. L’approccio metodologico e formale definisce e caratterizza spesso il mio lavoro, così anche il progetto desmodrone in cui il gesto tecnico esecutivo viene spinto all’estremo, così da astrarre lo strumento acustico dalla sua consueta funzionalità, dalla sua tradizione esecutiva: il contrabbasso smette di essere lo strumento in cui nasce il suono per svolgere essenzialmente il ruolo di cassa armonica. In desmodrone il gesto tecnico (l’esecuzione sullo strumento ad arco) viene portato al grado zero senza mai toccar direttamente le corde, agendo esclusivamente attraverso il mezzo in cui il suono si propaga: l’aria. Il contrabbasso viene utilizzato come pura fonte sonora, lasciato risuonare in un larsen controllato, filtrato e modulato in tempo reale. La tessitura sonora si dilata e si stratifica attraverso onde sinusoidali intonate sulla nota fondamentale del larsen del contrabbasso per creare variazioni microtonali e battimenti armonici. Il mio lavoro musicale nasce da una lunga ricerca nelle forme della musica improvvisata (solistica o d’insieme) guardando però molto da vicino le forme della musica classica contemporanea. Passo così da progetti d’improvvisazione radicale ad eseguire improvvisazioni strutturate con parametri e forme prestabiliti. Le dinamiche performative cambiano dunque molto dal tipo di progetto e dal contesto in cui viene eseguito.
2) Cosa significa per te sperimentare? Cos’è la ricerca nel suono o nella musica e perché questa esigenza invece della musica leggera ad esempio.
Sperimentare per me è l’unico modo di fare musica, per stupirmi mentre suono. Ecco perché utilizzo spesso un approccio improvvisativo, per la possibilità di seguire ogni volta nuove tracce. Sperimentare non significa però fare musica che debba essere per forza di ascolto difficile, si può sperimentare anche all’interno di forme più note e popolari. Dopo aver suonato per un certo periodo jazz, ho scelto di soffermarmi solo su progetti che mi permettano di portare il mio lavoro dove mi sento più stimolato, ovvero verso il limite, perché è lì dove sento che il medium (sia esso la musica o le arti visive) prende nuovo (ovvero, di nuovo) senso.
Last May, on the occasion of the 40th anniversary of Pier Paolo Pasolini’s death, [dia•foria published its latest issue (n°13), the short essay by Peter Carravetta“Sulla rivoluzione incompiuta di Pasolini”, (on Pasolini’s unfinished revolution), so far unreleased in Italy. During the same month, we presented the new issue at Festival Bologna in Lettere, curated by our friend Enzo Campi.
We will soon share in f l o e m a – esplorazioni della parola, a videoclip featuring an interview with Carravetta on poetry, experimentation and allegory.
Book facts: Dimensions: 12cm x 13cm Pages: 84 Cover: b/n Cover: paperback Price: 9,00 euro Language: Italian
The book can be ordered directly at: info@diaforia.org or purchased on the bigger online stores: IBS, AMAZON, LA FELTRINELLI, UNILIBRO, etc.
Il saggio breve di Peter Carravetta“Sulla rivoluzione incompiuta di Pasolini”, rimasto fino ad oggi inedito in Italia, è stato pubblicato nel maggio di quest’anno in occasione del quarantennale dalla morte dell’artista. Nello stesso mese abbiamo presentato in anteprima il libro al Festival Bologna in Lettere, curato dall’amico Enzo Campi.
A seguire un breve testo di Daniele Poletti (curatore del volume) preparato in occasione della presentazione e l’intervento video di Peter Carravetta (che non poté presenziare a Bologna) proiettato durante la serata del 29 maggio.
Prossimamente presenteremo su f l o e m a – esplorazioni della parola, una video intervista a Carravetta su poesia, sperimentazione e allegoria.
Caratteristiche del volume: F.to: 12 x 13 Pagg.: 84 Copertina: b/n Confezione: brossura Prezzo: euro 9,00
Il libro può essere richiesto direttamente all’indirizzo: info@diaforia.org o sui maggiori siti librari in rete: IBS, AMAZON, LA FELTRINELLI, UNILIBRO, etc.
Presentazione saggio di Peter Carravetta per B.I.L. di Daniele Poletti
“Sulla rivoluzione incompiuta di Pasolini” è un saggio breve di P.C. inedito in Italia e pubblicato originariamente su Art & Text (Sydney), Winter, 1989.
Recentemente è uscito per Aracne un volume di saggi di P.C. “La funzione Proteo” che raccoglie quasi tutti gli interventi critici dell’autore. Parlando con Peter a Firenze alla fine del 2014, venimmo a sapere dell’esistenza di quattro saggetti ancora inediti, che non era riuscito a inserire in “La funzione Proteo”. Ci parlò di una rilettura del Maia di D’Annunzio e appunto di Pasolini. Poco tempo dopo ricevetti l’invito di Enzo Campi a B.I.L., che aveva come focus proprio Pasolini, perciò ricontattai subito Peter per il saggio ed eccolo qua.
Perché abbiamo deciso di pubblicare questo breve saggio?
Intanto per la “storicità” del documento, uscito 26 anni fa su una rivista australiana ma mai tradotto in Italia; ma soprattutto per la collocazione che queste pagine hanno nella letteratura critica pasoliniana: si pongono sull’estremo limite che c’è tra l’ultima opera di Pasolini, “Salò”, e la scoperta e pubblicazione del corrispettivo letterario “Petrolio” nel 1992.
Carravetta decise di scrivere di Pasolini del tutto occasionalmente, in seguito alla mostra che si tenne a New York nel 1985 di tutti “I disegni, 1941/1975” con catalogo Scheiwiller. La prima parte del saggio sostiene (qui la prima novità) come l’opera grafica di Pasolini, per niente sporadica, ma anzi costante nella vita artistica dell’autore, rivesta una grande importanza nel processo creativo delle altre opere, siano esse cinematografiche o letterarie.
Da questo punto Carravetta espande la riflessione sulla poetica di Pasolini nelle altre modalità espressive, letteratura, cinema e di rinquarto critica sociologica, affermando che si può parlare di poetica del cambiamento e della contaminazione. Ne abbiamo una riprova anche nei disegni, secondo Zigaina (curatore del catalogo Scheiwiller): per l’opera grafica Pasolini “fece uso di tutta una serie di mezzi espressivi, materiali, oggetti, colori, alcuni dei quali egli addirittura scoprì o inventò.” Pasolini voleva “andare oltre l’univocità del significato o comunque creare le premesse per ulteriori fonti di significazione.” Carravetta colloca le opere di Pasolini “entro uno spazio allegorico fatto di figure che nascondono un discorso impronunciabile, una verità inaudita. Nonostante l’autore stesso non fosse consapevolmente allegorico, la sua opera può soltanto essere intesa come un’allegoria del destino dell’ultimo grande artista della Modernità”.
Lo stesso Sanguineti definì “Pasolini uno scrittore postumo” e in effetti dopo la sua morte fino ad oggi, con intensità costante, si torna sull’uomo, sull’opera e sul testamento/testimone che ci ha lasciato. Come è noto Pasolini si pose in senso antagonista rispetto all’esperienza e agli esiti della nuova avanguardia. Nel 1975 esce “Salò” e Petrolio era nascosto in qualche cassetto; in quegli anni Sanguineti, preso ormai ad esempio, ma si potrebbe parlare anche degli altri novissimi, scrive “Postkarten” e il suo stile si fa più discorsivo e comunicativo.
Ritornare oggi su Pasolini con il saggio di Carravetta ci permette di riflettere anche sulla scrittura di ricerca di oggi e sui padri recenti dello sperimentalismo.
Pasolini è il grande demiurgo che con la palestra di “Officina” si pone ancora nella tradizione letteraria italiana (pur contestandola dal punto di vista sociale), Sanguineti, Balestrini, Pagliarani etc. rappresentano il nuovo che avanza che sembra spaccare del tutto i ponti con la tradizione e criticare molto più aspramente il contegno e le anomalie della borghesia. Questo è superficialmente il quadro di fazioni che via via si fronteggeranno in modo sempre più tagliente, basti ricordare il saggio su “Empirismo eretico” sull’avanguardia in Italia: “la critica dei novissimi si rivolge alla mera tradizione “letteraria”, non al mondo “reale””. In effetti la grande rivoluzione sta più nel significante che nel significato, mentre Pasolini evita qualunque autoindulgente virtuosismo dei significanti, perché è interessato al referente, alla concretezza storico-sociale intesa come Forma che connette due o più fenomeni. Per questo motivo Pasolini non può essere considerato un avanguardista, ma neppure, a nostro avviso, un antimoderno come affermava Gilda Policastro nel saggio “Pasolini anti-moderno: l’utopia negativa di Salò e Petrolio”.
Ci troviamo alle prese con uno scrittore che fa guerra ininterrottamente alla circolazione di significati acquisiti, riciclati dalla sua cultura e dalle istituzioni, svelandone la quasi completa assenza di autenticità, coerenza e verità. Certo il bilancio può essere solo ipotesi, in quanto abbiamo a disposizione le ultime due opere che segnalano una via alternativa, una terza via a quella dei lirico-ermetici da una parte e dei novissimi dall’altra.
Come dicevamo, negli anni in cui la portata scardinante dei novissimi si modera in spazi di ricerca personali e meno dichiarativi, Pasolini porta a compimento o quasi le sue due opere più estreme e sperimentali in qualche modo, attraverso il principio di contraddizione che lo caratterizza, ma mantenendo la coerenza di rispetto del Referente e del significato: con la denuncia di tutti i totalitarismi -compreso quello linguistico che è scaturito da una rivoluzione nata già viziata dall’ovatta borghese- di “Salò” e di “Petrolio”. Pasolini si pone oltre il moderno e al di sopra del postmoderno e indica una via ancora percorribile da un punto di vista soprattutto etico (con tutti gli aggiornamenti formali che si vogliono) da tener presente anche per le nuove ricerche sulla scrittura.
Peter Carravetta è titolare della Cattedra “Alfonse M. D’Amato” per gli Studi Italiani e Italoamericani alla Stony Brook University, nello stato di New York. Si occupa di ermeneutica, teoria critica, storia delle idee, avanguardie e postmoderno, poetiche e politica, emigrazione, studi italoamericani, studi inter-culturali, e l’Umanesimo italiano ed europeo. Attualmente sta ultimando una ricerca sulle origini dell’emigrazione e del colonialismo italiani. Fondatore e direttore della rivista Differentia, review of italian thought (9 fascicoli, 1986-1999), Carravetta è autore di Prefaces to the Diaphora. Rhetorics, Allegory and the Interpretation of Postmodernity (W. Lafayette (IN), Purdue University Press, 1991), Il fantasma di Hermes. Saggio su metodo retorica interpretare (Lecce, Milella 1996), Dei parlanti. Studi e ipotesi su metodo e retorica dell’interpretare (Torino, marcovalerio, 2002),Del Postmoderno. Critica e cultura in America all’alba del duemila (Milano, Bompiani, 2009);Sulle tracce di Hermes. Migrare, Vivere, Riorientarsi (Milano, Morellini Editore, 2012);The Elusive Hermes. Method, Discourse, Interpreting (Aurora (CO), The Davies Group Publishers, 2013); La funzione Proteo. Ragioni della poesia e poetiche della fine (Roma, Aracne, 2014). Ha co-curato Postmoderno e letteratura. Percorsi e visioni della critica in America (Milano, Bompiani, 1984) e Poeti italiani d’America (Treviso, Pagus, 1993). Ha tradotto dall’italiano all’inglese l’opera avanguardistica di Martino Oberto, Anaphilosophia (Campanotto, Udine, 1993; ed. bilingue), una raccolta di saggi di Gian Carlo Pagliasso, Déjà Chimera. Writings 1987‑1999 (Editions d’Afrique du Nord, Tanger, 2001), una raccolta di poesie di Flavia Pankiewicz, Eclissiamericane / American Eclipses (W. Lafayette (IN), Bordighera Press, 1999), e l’antologia filosofica di Gianni Vattimo e Pier Aldo Rovatti, Il pensiero debole (orig. it. 1983), Weak Thought (Albany, SUNY Press, 2012). Ha tradotto dall’inglese all’italiano il libro di poesie di Richard Milazzo, Piccola luna cinese (Udine, Campanotto, 2010) Dall’inglese all’italiano ha tradotto Small China Moon di Richard Milazzo (Piccola luna cinese, Campanotto, Udine, 2009), testi poetici di John Cage, Bern Porter, e Paul Vangelisti, poeti-soldati del Vietnam, e testi critici di Richard Prince, Richard Palmer, Richard Milazzo, e Charles Bernstein. Carravetta ha inoltre scritto otto libri di poesia: percorso masticato (Seledizioni, Bologna 1974); existenz (Adams Press, Chicago, 1976), delle voci (Anterem, Verona, 1980); dialogi v (Tam Tam, Reggio Emilia, 1987); metessi (1980-1989) (Ripostes, Salerno 1991); The Sun and Other Things (Guernica, Toronto, 1998); L’infinito (poesie scelte 1972-2012) (Campanotto, Udine, 2012; Premio Lorenzo Montano 2013); e The Other Lives (Guernica, Toronto, 2014).
Dopo la torrida e impegnativa estate e prima di un approfondimento sulle nostre due ultime pubblicazioni (Fabio Teti – spazio di destot e Peter Carravetta – Sulla rivoluzione incompiuta di Pasolini), siamo lieti di annunciare la partecipazione di [dia•foria all’interessante e meritoria iniziativa progettata da Fabrizio Bondi e Paolo Gervasi:
Riportiamo di seguito le parole degli organizzatori sul tenore della manifestazione:
“Una rassegna sulle scritture ad alta voce. Periodicamente si rinnovano le lamentazioni sulla morte dell’arte, della letteratura, del teatro, della poesia. Ma da questi proclami pieni di rancore e stanchezza emerge soprattutto che l’idea della fine rappresenta un alibi. Un modo per sottrarsi all’ascolto del presente e della sua complessità. Niente di ciò che conosciamo sarà più come prima, è vero. Sembra la fine del mondo. Ma non è la fine del mondo. Il mondo non sta per finire, e non finirà la sua volontà di esprimersi. Anziché chiudersi, il mondo si sta spalancando: il vecchio universo comincia a starci stretto, e ci salveremo solo migrando verso gli universi paralleli che sapremo immaginare. Di fronte alla ripetitività di una fine che non smette mai di finire, siamo convinti che l’unico modo per tenere in vita la poesia sia farla accadere. Continuando a scriverla, a leggerla, e a pronunciarla ad alta voce. Continuando a convocare la comunità di chi vuole ancora ascoltarla, e utilizzare il proprio corpo come una cassa di risonanza. Per questo insieme al Teatro Lux e all’associazione The Thing abbiamo immaginato la rassegna «Multiversi. Parole Suoni Gesti». Tre giorni di poesia, musica, teatro, e corpi in risonanza. Per continuare ad ascoltare il presente e le sue possibilità. Per sopravvivere alla fine del mondo, con le orecchie bene aperte.“
Programma
Venerdì 18 settembre
18.00 Selena Simonatti, chitarra e voce; Stefano Perfetti, chitarra, Segreta voce dell’amore oscuro. Versi in musica dai sonetti di Federico Garcia Lorca
19.30 Andrea Inglese e Stefano Delle Monache, Lettere alla Reinserzione Culturale del Disoccupato, installazione sonora / reading
21.00 I Sacchi di Sabbia, Grosso guaio in Danimarca, spettacolo teatrale
Sabato 19 settembre
18.00 [dia•foria rivista: diverse forme di sperimentazione + Fabio Teti, spazio di destot, reading. Con interventi di Daniele Poletti e Simona Menicocci
Fabio Teti
Presenteremo l’attività di [dia•foria con qualche anticipazione e “spazio di destot” di Fabio Teti, libro che ha inaugurato in maggio la collana di scrittura sperimentale “floema – esplorazioni della parola”. Esperienza nata in rete e per la rete floema è una costola dell’attività di [dia•foria che si prefigge di investigare lo stato attuale, ma anche remoto della ricerca letteraria. Oggi finalmente questo progetto si è concretizzato nell’antico libro di carta.
Sarà presente anche la poetessa e scrittrice Simona Menicocci che approfondirà gli stati di fruizione di destot.
19.30 Patrizia Valduga, Dizione poetica
21.00 Gabriele Frasca, Quarantena, reading di testi editi e inediti
Domenica 20 settembre
18.00 Matteo Pelliti, Dal corpo abitato. Case, corpi, traslochi, reading e anteprima dell’audiolibro Dal corpo abitato, in uscita per luca sossella editore
19.30 Alessandro Fo, Portavoce di Virgilio: una nuova Eneide in esametri italiani, letture e note di traduzione
21.00 Sfoghi d’artificio – un reading di e con Luigi Socci (materiali verbali, occhialini 3D, clava di gomma e petofono)
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Fabio Teti è nato a Castel di Sangro (AQ) il 17/12/1985. Vive e lavora a Roma, dove nel 2012 si è laureato in Lettere Moderne con una tesi sulla poesia di Giuliano Mesa. È stato redattore di «gammm.org» e «puntocritico.eu»; collabora, dalla fondazione, alle attività di «eexxiitt.blogspot.com». Suoi testi sono comparsi in diverse riviste, lit-blogs e web-zines tra cui «Semicerchio», «Nazione indiana», «L’Ulisse», «Allegoria», «alfabeta2», «l’immaginazione». In traduzione inglese, è presente sul «Journal of Italian Translation» (2012) e nell’antologia online «FreeVerse – Contemporary Italian Poetry» (2013); in traduzione franscese, in «Nioques» (2015). Nel 2013 ha pubblicato, all’interno del volume antologico Ex.It. 2013. Materiali fuori contesto (Tielleci, Colorno), le prose di sotto peggiori paragrafi e, per La Camera Verde di Roma, b t w b h (frasi per la redistribuzione del sensibile), uno dei cui testi è stato esposto, nel maggio 2014, al MACRO di Roma, nell’ambito della mostra collettiva se il dubbio nello spazio è dello spazio, a cura di Nemanja Cvijanović e Maria Adele Del Vecchio.
Triplice appuntamento per [dia•foria, venerdì 29 maggio e sabato 30 maggio, a BOLOGNA IN LETTERE, festival di letteratura voluto e organizzato da Enzo Campi e giunto alla terza edizione.
Potete trovare il programma completo a questo indirizzo:
VENERDI 29: presso Cassero Lgbt Center, Via Don Minzoni 18 dalle 19.00, presentazione del saggio breve di Peter Carravetta “Sulla rivoluzione incompiuta di Pasolini”, fino ad oggi inedito in Italia
Peter Carravetta è titolare della Cattedra “Alfonse M. D’Amato” per gli Studi Italiani e Italoamericani alla Stony Brook University, nello stato di New York. Si occupa di ermeneutica, teoria critica, storia delle idee, avanguardie e postmoderno, poetiche e politica, emigrazione, studi italoamericani, studi
Peter Carravetta
inter-culturali, e l’Umanesimo italiano ed europeo. Attualmente sta ultimando una ricerca sulle origini dell’emigrazione e del colonialismo italiani. Fondatore e direttore della rivista Differentia, review of italian thought (9 fascicoli, 1986-1999), Carravetta è autore di Prefaces to the Diaphora. Rhetorics, Allegory and the Interpretation of Postmodernity (W. Lafayette (IN), Purdue University Press, 1991), Il fantasma di Hermes. Saggio su metodo retorica interpretare (Lecce, Milella 1996), Dei parlanti. Studi e ipotesi su metodo e retorica dell’interpretare (Torino, marcovalerio, 2002), Del Postmoderno. Critica e cultura in America all’alba del duemila (Milano, Bompiani, 2009); Sulle tracce di Hermes. Migrare, Vivere, Riorientarsi (Milano, Morellini Editore, 2012); The Elusive Hermes. Method, Discourse, Interpreting (Aurora (CO), The Davies Group Publishers, 2013); La funzione Proteo. Ragioni della poesia e poetiche della fine (Roma, Aracne, 2014). Ha co-curato Postmoderno e letteratura. Percorsi e visioni della critica in America (Milano, Bompiani, 1984) e Poeti italiani d’America (Treviso, Pagus, 1993). Ha tradotto dall’italiano all’inglese l’opera avanguardistica di Martino Oberto, Anaphilosophia (Campanotto, Udine, 1993; ed. bilingue), una raccolta di saggi di Gian Carlo Pagliasso, Déjà Chimera. Writings 1987‑1999 (Editions d’Afrique du Nord, Tanger, 2001), una raccolta di poesie di Flavia Pankiewicz, Eclissiamericane / American Eclipses (W. Lafayette (IN), Bordighera Press, 1999), e l’antologia filosofica di Gianni Vattimo e Pier Aldo Rovatti, Il pensiero debole (orig. it. 1983), Weak Thought (Albany, SUNY Press, 2012). Ha tradotto dall’inglese all’italiano il libro di poesie di Richard Milazzo, Piccola luna cinese (Udine, Campanotto, 2010) Dall’inglese all’italiano ha tradotto Small China Moon di Richard Milazzo (Piccola luna cinese, Campanotto, Udine, 2009), testi poetici di John Cage, Bern Porter, e Paul Vangelisti, poeti-soldati del Vietnam, e testi critici di Richard Prince, Richard Palmer, Richard Milazzo, e Charles Bernstein. Carravetta ha inoltre scritto otto libri di poesia: percorso masticato (Seledizioni, Bologna 1974); existenz (Adams Press, Chicago, 1976), delle voci (Anterem, Verona, 1980); dialogi v (Tam Tam, Reggio Emilia, 1987); metessi (1980-1989) (Ripostes, Salerno 1991); The Sun and Other Things (Guernica, Toronto, 1998); L’infinito (poesie scelte 1972-2012) (Campanotto, Udine, 2012; Premio Lorenzo Montano 2013); e The Other Lives (Guernica, Toronto, 2014).
[...] Si potrebbe quindi vedere nell’opera di Pasolini il tramonto stesso della tradizione simbolista, nel senso che, pur restando in debito allo stile del Simbolismo, egli ne radicalizza le premesse, sovvertendole dall’interno. Se è vero che le avanguardie, in particolare le neo-avanguardie italiane degli anni ‘60, derivano in parte dal simbolismo francese7 e dai vari –ismi che esso ha generato, allora la critica pasoliniana delle diverse poetiche avanguardiste dovrebbe coincidere con il superamento tout court dell’anima Simbolista/Modernista dalla nostra tradizione culturale. [...]
(da Peter Carravetta "Sulla rivoluzione incompiuta di Pasolini"; edizioni [dia•foria/Cinquemarzo, a cura di Daniele Poletti)
SABATO 30:presso Libreria Coop Zanichelli, Piazza Galvani 1/H dalle 11.00 alle 13.00, tavola rotonda su editoria e poesia con “UNA MODESTA PROPOSTA”, progetto a dialogo ideato e curato da Luca Rizzatello
SABATO 30:presso SPAZIO 100300 – Via Centotrecento 1/A dalle 17.30, presentazione del libro di Fabio Teti “spazio di destot”, primo volume della collana di scrittura sperimentale f l o e m a
Fabio Teti è nato a Castel di Sangro (AQ) il 17/12/1985. Vive e lavora a Roma, dove nel 2012 si è laureato in Lettere Moderne con una tesi sulla poesia di
Fabio Teti
Giuliano Mesa. È stato redattore di «gammm.org» e «puntocritico.eu»; collabora, dalla fondazione, alle attività di «eexxiitt.blogspot.com». Suoi testi sono comparsi in diverse riviste, lit-blogs e web-zines tra cui «Semicerchio», «Nazione indiana», «L’Ulisse», «Allegoria», «alfabeta2», «l’immaginazione». In traduzione inglese, è presente sul «Journal of Italian Translation» (2012) e nell’antologia online «FreeVerse – Contemporary Italian Poetry» (2013); in traduzione franscese, in «Nioques» (2015). Nel 2013 ha pubblicato, all’interno del volume antologico Ex.It. 2013. Materiali fuori contesto (Tielleci, Colorno), le prose di sotto peggiori paragrafi e, per La Camera Verde di Roma, b t w b h (frasi per la redistribuzione del sensibile), uno dei cui testi è stato esposto, nel maggio 2014, al MACRO di Roma, nell’ambito della mostra collettiva se il dubbio nello spazio è dello spazio, a cura di Nemanja Cvijanović e Maria Adele Del Vecchio.
non trapianto, non amo il gioco non ladimensione della corrente. procedure di deformazioneossea: è la forza della corda alla miatesta. carneade, necrologio di un’amica, non cisiamo. sono caduto, lo lego mentre lo leggo, senon sai nuotare per le lunghe distanze, spingereil treno deragliato e aprii gli occhi, dubbio nellospazio, dello spazio, a frattura: l’esperienza e lascomparsa, la speranza e lo spirito del quadratosemiotico, la linea: allotria, non credere, non èsufficiente
(da Fabio Teti "spazio di destot"; edizioni [dia•foria/Cinquemarzo, a cura di Daniele Poletti)