Il booktrailer del libro 30 sonetti del Burchiello – a cura di Giuseppe Crimi, terza uscita della collana f l o e m a – esplorazioni della parola ([dia•foria n.15), su progetto e per la regia di Walter G. Catalano e musica originale di David Lucchesi, è visibile da oggi all’indirizzo:
Nella giornata di venerdì 22 Aprile alle ore 19:00 presso il ristorante LaBottega (Viale Apua, 188, 55045 Marina di Pietrasanta) si terrà un evento che anticiperà il festival di Arti Sonore Suono Prossimo. Il trio di improvvisazione elettroacustica formato da Edoardo Ricci (sax), David Lucchesi (chitarra elettrica) , Devid Ciampalini (voce, percussioni, elettronica) sarà protagonista di una serata che si prospetta avvolgente: il suono come un altrove, di volta in volta, geografico, etnico, geometrico.
Lisca Records con la collaborazione di Nub Project Spacecontinuano il lavoro fatto con l’edizione 2015 sostenendo la musica sperimentale sul nostro territorio, intrecciando risorse umane e artistiche al fine di promuovere questa raffinata forma d’arte. [dia•foriaabbraccerà il progetto in veste di media partner mettendo a disposizione le sue risorse.
Di seguito una breve intervista a Michele Spagnghero e una video intervista al gruppo di improvvisazione elettroacustica VipCancro.
Buona lettura e naturalmente buona visione!
Michele Spanghero – desmodrone
Michele Spanghero
1) Parlaci del tuo progetto: come è avvenuto l’incontro, cos’è la tua musica, quali sono le dinamiche performative?
Il progetto che ho portato al festival si chiama desmodrone, è un lavoro performativo che ha un valore particolare, direi centrale, nella mia ricerca acustica in campo musicale, ma ha influenzato molto anche il mio lavoro nel campo della sound art e nelle arti visive portandomi a concentrarmi sulla risonanza (anche concettuale) tra spazio e suono. L’approccio metodologico e formale definisce e caratterizza spesso il mio lavoro, così anche il progetto desmodrone in cui il gesto tecnico esecutivo viene spinto all’estremo, così da astrarre lo strumento acustico dalla sua consueta funzionalità, dalla sua tradizione esecutiva: il contrabbasso smette di essere lo strumento in cui nasce il suono per svolgere essenzialmente il ruolo di cassa armonica. In desmodrone il gesto tecnico (l’esecuzione sullo strumento ad arco) viene portato al grado zero senza mai toccar direttamente le corde, agendo esclusivamente attraverso il mezzo in cui il suono si propaga: l’aria. Il contrabbasso viene utilizzato come pura fonte sonora, lasciato risuonare in un larsen controllato, filtrato e modulato in tempo reale. La tessitura sonora si dilata e si stratifica attraverso onde sinusoidali intonate sulla nota fondamentale del larsen del contrabbasso per creare variazioni microtonali e battimenti armonici. Il mio lavoro musicale nasce da una lunga ricerca nelle forme della musica improvvisata (solistica o d’insieme) guardando però molto da vicino le forme della musica classica contemporanea. Passo così da progetti d’improvvisazione radicale ad eseguire improvvisazioni strutturate con parametri e forme prestabiliti. Le dinamiche performative cambiano dunque molto dal tipo di progetto e dal contesto in cui viene eseguito.
2) Cosa significa per te sperimentare? Cos’è la ricerca nel suono o nella musica e perché questa esigenza invece della musica leggera ad esempio.
Sperimentare per me è l’unico modo di fare musica, per stupirmi mentre suono. Ecco perché utilizzo spesso un approccio improvvisativo, per la possibilità di seguire ogni volta nuove tracce. Sperimentare non significa però fare musica che debba essere per forza di ascolto difficile, si può sperimentare anche all’interno di forme più note e popolari. Dopo aver suonato per un certo periodo jazz, ho scelto di soffermarmi solo su progetti che mi permettano di portare il mio lavoro dove mi sento più stimolato, ovvero verso il limite, perché è lì dove sento che il medium (sia esso la musica o le arti visive) prende nuovo (ovvero, di nuovo) senso.
Nell’autunno 2015 i motivi di Suono Prossimo hanno incarnato nuovi stili nelle classiche strutture del chiostro di S.Agostino a Pietrasanta, avvolgendo il pubblico in un abbraccio fertilmente distopico. Il Festival di arti sonore, dopo il successo della scorsa edizione, ha acquisito una notorietà che ha permesso a Lisca Records e Nub Project Spacedi ripetere l’esperienza nella splendida cornice pietrasantina. La duplice anima del Festival sembra ormai delineata: sperimentazione e ricerca sonora legata agli artisti che interverranno, e collocazione temporale. L’edizione 2016 aprirà ufficialmente il 22 Aprile con un evento anticipatorio presso la “LaBottega” (Viale Apua, 188 Marina Di Pietrasanta) alle ore 21:00, con il trio di improvvisazione elettroacustica formato da Edoardo Ricci (sax), David Lucchesi (chitarra elettrica) , Devid Ciampalini (voce, percussioni, elettronica); tutti gli altri concerti si svolgeranno in Settembre con musicisti e date che verranno comunicati prossimamente.
Proponiamo di seguito un intervento di Vittore Baroni in merito all’edizione di Suono Prossimo 2015, una breve intervista a Umanzuki ed una videointervista a David Lucchesi, gli artisti hanno risposto a due semplici domande:
-Parlaci del tuo progetto: come è avvenuto l’incontro, cos’è la tua musica, quali sono le dinamiche performative.
-Cosa significa per te sperimentare? In cosa consiste la ricerca nel suono e perché questa esigenza?
Suono Prossimo Edizione 2015
in attesa dell’edizione 2016
Sommarium di Vittore Baroni
Negli ultimi due decenni, il nostro modo di ascoltare e di conseguenza anche di concepire la musica è radicalmente mutato. L’evolversi di nuove tecnologie digitali per la produzione e circolazione di lavori audio ha modificato il nostro rapporto quotidiano con l’universo acustico, alterando sensibilmente l’ecosistema sonoro del pianeta, per ricordare un concetto caro al grande musicologo canadese Raymond Murray Shafer. Non solo la musica ci accompagna ventiquattro ore al giorno, rimandata da iPod, computer e telefono cellulare (oltre che da radio, tv e altri media abituali), ma si va sempre più ampliando e differenziando la tipologia dei luoghi deputati alla sua fruizione, non più limitati alle sale da concerto e alle discoteche (ad esempio, il suono è migrato in modo massiccio nelle gallerie d’arte, nei musei, nei bar, nei tanti “non luoghi” del paesaggio urbano). Per l’appassionato di musica, i contenuti di quelli che un tempo erano oggetti del desiderio da conquistare con impegno e sacrificio (i dischi da rintracciare e collezionare, spesso a caro prezzo), sono ora divenuti perlopiù comodamente accessibili in rete, in un fenomeno di condivisione generalizzato (legale e non) che ha generato al contempo effetti dilaganti di bulimia come di apatia culturale. L’eccesso di proposte musicali tendenti al costo zero, la saturazione del nostro “paesaggio sonoro”, ha abbassato la soglia d’interesse e sminuito il valore della creazione artistica. Similmente a come, nei lontani anni ’70, il critico Harold Rosenberg teorizzava della progressiva “s-definizione dell’arte”, assistiamo oggi, al termine di quello che Stefano Pivato ha definito Il secolo del rumore (Il Mulino, 2011), ad una rampante s-definizione del concetto di musica (dopo Cage, chi può più dire cosa è e cosa non è musica?) e al manifestarsi di diverse e più articolate relazioni tra la composizione, il suo creatore e il pubblico di riferimento. Caduti da tempo i confini tra musica colta e popolare, all’ascoltatore che non desidera conformarsi alle scelte delle classifiche di grande consumo è difatti sempre più richiesto discernimento e partecipazione, nel vaglio delle opere sonore da pescare nel mare magnum dell’offerta globalizzata come nelle modalità del loro consumo (le installazioni di audio art, un termine sempre più in uso dalla fine dei ’90, offrono spesso ad esempio possibilità di interazione e partecipazione diretta all’evento sonoro). Il supporto “fisico” della musica (cd, vinile, musicassetta o altro), dato da tempo per spacciato, sopravvive ancora in realtà nelle aree meno tecnologicamente sviluppate del pianeta così come all’interno di nicchie di audiofili, che non si accontentano della bassa fedeltà dei diffusi file Mp3 e che ancora desiderano apprezzare la composizione musicale nella sua accezione di prodotto culturale completo e autonomo, di cui è parte integrante una copertina col suo apparato di testi e immagini. In parallelo, la “smaterializzazione” del lavoro musicale, ridotto spesso ad un mero flusso di dati, ha stimolato di rimando un sensibile ritorno in auge della musica suonata e consumata dal vivo, filtrata dalle mani e dalla sensibilità di dj sempre più “musicisti” o proposta live su palchi grandi e piccoli, su pedane di bar e nelle più diverse situazioni non convenzionali (o perfino non legali, come nel caso di tanti rave non autorizzati).
Dato un simile contesto in continuo flusso e trasformazione, costantemente in tensione tra comunicazione sonora diretta e multimediale, consapevole e indotta, chi può immaginare quali caratteristiche avrà il Suono Prossimo? La nascita di una “rassegna di arti sonore” a Pietrasanta è un evento singolare e degno di particolare attenzione, proprio per la quasi totale assenza in zona, negli ultimi decenni, di iniziative pubbliche incentrate sulla ricerca acustica. La storia della musica in Versilia e dintorni, in gran parte ancora tutta da scrivere, verte difatti da un lato sulle nostalgie per un glorioso passato classico-operistico, fortemente condizionato dalla presenza in loco del Maestro Giacomo Puccini, dall’altro su una radicata tradizione di raffinate e popolari forme d’intrattenimento “in lounge” (dalle notti calde della Bussola di Sergio Bernardini negli anni ’50-’60 alla lunga stagione della disco music). Molto più sporadiche, spesso limitate a rassegne di gruppi di base alle prime armi, le iniziative in ambito rock e jazz, se si esclude l’attività concertistica nei ’70 di alcuni club e spazi da tempo scomparsi come il noto Piper 2000, il circolo Hop Frog e il tendone circense di Bussola Domani. Poco o nulla è stato però finora programmato con riferimento agli ambiti dell’avanguardia più radicale, della musica contemporanea (elettronica e non) o della sperimentazione “colta”. Per trovare traccia di ricerche sonore di questo tipo, occorre arrivare fino ad esperienze recenti quali il festival Galaxia Medicea a Seravezza (che nel 2009 ha proposto, tra le altre cose, una mostra e convegno in tributo al pioniere della computer music Pietro Grossi) o la rassegna internazionale di audio art Klang! Suoni contemporanei curata nello stesso anno a Viareggio dall’associazione BAU, come pure (estendendo lo sguardo a province limitrofe) la manifestazione pisana Elettronica alla Spina, incentrata sulle nuove tecnologie ed esordita nel 2008 con la presentazione del rivoluzionario strumento digitale reactable.
Un elemento che accomuna le tre rassegne menzionate è la partecipazione in concerto, in tempi diversi, dell’ensemble VipCancro, segno di un lavoro costante e ben radicato nella propria realtà geografica da parte del quartetto di sperimentazione elettroacustica pietrasantino, dal 2008 presente sulla scena musicale anche coi materiali (propri e di artisti affini) dell’etichetta discografica indipendente Lisca Records. Coerenti pertanto alle attività sviluppate su diversi fronti per oltre un lustro, i VipCancro in collaborazione con l’associazione culturale Nub Project Space hanno dato vita tra febbraio e marzo 2015 alla prima edizione della rassegna Suono Prossimo, presentando fianco a fianco autori ormai “storici” del panorama sperimentale nazionale (come Simon Balestrazzi, Gianluca Becuzzi, Edoardo Ricci, in passato al centro di progetti quali T.A.C., Limbo, Neem) e musicisti più giovani ma che già possono vantare un significativo bagaglio di esperienze. Non accadeva da cento anni – parafrasando il motto del concerto bolognese da cui prese le mosse il Nuovo Rock Italiano – e il pubblico versiliese ha mostrato di gradire la proposta di qualcosa di completamente diverso. “Oltre la musica, tra le categorie” è il sottotitolo rivelatore del volume Sound Art (Rizzoli NY, 2007) dedicato dal compositore e saggista Alan Licht alla storia delle ricerche sonore che si ibridano e si intrecciano ai più diversi linguaggi espressivi, lungo un solco già tracciato dalle avanguardie artistiche del primo Novecento. Musica (e oltre) è oggi anche un vecchio pianoforte abbandonato sulla riva dell’oceano (Annea Lockwood, Southern Exposure: Piano Transplant N.4, 2005), un pavimento tappezzato di dischi in vinile su cui il pubblico è invitato a camminare (Christian Marclay, Footsteps, 1989), due mini- amplificatori incerottati sopra gli occhi dell’ascoltatore (Rolf Julius, Music for the Eyes, 2003) o una trentina di carte da gioco applicate ad altrettanti leggii musicali disposti a spirale (Robert Filliou, Musique télépathique no.5, 1976-78), per citare solo alcuni tra gli infiniti esempi possibili. Nella Sala dell’Annunziata dello storico Chiostro di Sant’Agostino a Pietrasanta e negli spazi del locale Lo Studio, un pubblico inaspettatamente folto e composito, salutarmente intergenerazionale, ha seguito con attenzione e interesse il denso (e non facile) percorso di ricerca della rassegna Suono Prossimo, in particolare incentrato su pratiche d’improvvisazione più o meno controllata, sul trattamento digitale in tempo reale di suoni preregistrati o creati sul momento, sull’integrazione del rumore nel tessuto della composizione (in una tradizione che va da Eric Satie ai Throbbing Gristle, vedi lo studio di Paul Hegarty Noise/Music: A History, Continuum, 2008), sulla modulazione di ipnotici “suoni continui” e la manipolazione di field recording ambientali (nuovi filoni espressivi inventariati da Brandon LaBelle in Background Noise: Perspectives on Sound Art, Continuum, 2007), sull’impiego di peculiari strumenti auto-costruiti tramite un “hackeraggio” virtuoso dei più diversi dispositivi digitali (sull’argomento, vedi la guida Handmade Electronic Music: The Art of Hardware Hacking di Nicolas Collins, Routledge,2006). I presenti alle tre serate hanno potuto quindi confrontarsi col potente ed emotivo impatto audio-visivo drone ambient degli stessi VipCancro, la simbiotica interazione improvvisativa con l’acustica ambientale di Enrico Malatesta e Luciano Maggiore, il post-free stilizzato e disarticolato del quartetto Baldini-D.ci-Lucchesi-Ricci, il minimalismo concettuale dei soundscape glitch ambient di Giovanni Lami, i nastri trattati e l’inquietante “psichedelia occulta” di Simon Balestrazzi, il liquido ed exotico jazz-core elettronico del trio Umanzuki, le sibilanti e oscure evocazioni post-industrial-minimaliste di Gianluca Becuzzi,le crepitanti rielaborazioni digitali di materici “dischi preparati” di Andrea Borghi, l’eterea e sofisticata interazione tra computer e cassa armonica del contrabbasso di Michele Spanghero, i cluster micro-melodici indeterminati e fluttuanti di Star Pillow. Sono felice, in qualità di versiliese e veterano sostenitore della sperimentazione acustica, di essere stato chiamato a introdurre la rassegna Suono Prossimo, in apertura dei concerti e qui su [dia•foria.
Umanzuki è un collettivo artistico che studia il lato primordiale dell’ uomo e il fascino della spiritualità occidentale. Ci siamo trovati a condividere una memoria collettiva molto forte. La nostra musica è una serie di esperienze legate “appunto” al concetto d’intimità e suono. A livello performativo questa attitudine si traduce e si esprime in un rituale collettivo. La sperimentazione può essere considerata tale, se è assolutamente priva di ogni forma di rimando al pensiero dominante e ad ogni suo aspetto .Questo tipo di ispirazione porta all’isolazionismo e alla controcultura. Presumo si tratti di stimoli. E per quanto riguarda il nostro progetto tali stimoli andrebbero in conflitto con il nostro modo di esprimerci .
Sabato 7 febbraio prende avvio la rassegna di arti sonore SUONO PROSSIMO A Pietrasanta dalle ore 21.30 presso gli spazi del Chiostro di S. Agostino e alle 23.30 presso Lo Studio
VipCancro
Apriranno la serata i VipCancro, che sono anche gli organizzatori del minifestival (in collaborazione con Nub Project Space), nella Sala dell’Annunziata (Chiostro di S. Agostino).
VIPCANCRO Quartetto di sperimentazione elettroacustica composto da Andrea Borghi, Alberto Picchi, Nicola Quiriconi e Filippo Ciavoli Cortelli. Ispirandosi alla musica di ricerca e d’avanguardia il gruppo esplora i concetti di continuum e drone music in un contesto di tipo improvvisativo. Dal vivo propongono sonorizzazioni di materiale video inedito o interazioni tra suono e materia (progetto A/U/M) ottenendo originali proiezioni in tempo reale. I membri del gruppo hanno fondato nel 2008 l’etichetta musicale Lisca Records con la quale pubblicano materiale proprio e di altri artisti affini, nomi noti della scena sperimentale nazionale ed internazionale. I 3 album ufficiali – Xax, Tropico e il recentissimo Gamma – hanno ricevuto critiche entusiastiche dalle testate specializzate quali Blow Up (“Una delle migliori uscite italiane di ambito ‘avant’ ascoltate negli ultimi mesi”, “La loro musica fatta di rumorismi modellati, elettronica spastica e post-industrial tenebroso convince ancora una volta per l’abilità e il tatto nel gestire una materia così risaputa.”) e Rumore (“Un nucleo di artisti che richiama e attualizza fasti improvvisativi nella miglior tradizione della ‘musica elettronica viva’), mentre nel suo sito Head Heritage il musicista e saggista britannico Julian Cope ha speso parole lusinghiere per questo “eccellente quartetto toscano, estremamente personale” (Dicembre 2010) ed inserendo GAMMA come disco del mese (Ottobre 2013) nella sua rubrica Address Drudion. I membri del gruppo hanno fondato nel 2008 l’etichetta musicale Lisca Records con la quale pubblicano materiale proprio e di altri artisti affini, nomi noti della scena sperimentale nazionale ed internazionale. www.liscarecords.com
Enrico Malatesta & Luciano Maggiore
A seguire Enrico Malatesta & Luciano Maggiorecherivolgono il proprio lavoro alla creazione di segmenti sonori poliritmici e multimaterici per set elettroacustico. Il duo utilizza percussioni, dispositivi di playback e speakers, contestualizzando gli eventi sonori in una dinamica prossima al silenzio, e nella quale, l’azione dei musicisti compenetra l’attività del luogo di realizzazione, generando un nuovo paesaggio composto da strati microritmici complessi ma ecologici, ed in cui gesto, spazio e rumore di fondo, hanno un ruolo centrale. Luciano Maggiore ed Enrico Malatesta hanno presentato il proprio lavoro in Italia, Germania e Corea del Sud, sviluppando, parallelamente all’attività concertistica, il workshop “strati/ fixed landscapes action” tenutosi durante “Dotolimpic Festival for experimental and improvised music” di Seoul. Collaborano con l’etichetta discografica inglese “Consumer Waste” e gestiscono l’indipendente “Triscele Registrazioni”. Nel 2012, durante il centenario della nascita del compositore americano John Cage, in qualità di interpreti, hanno realizzato “Fontana Mix” e 27’10.554” for a percussionist in varie location d’Italia tra cui si ricordano: Festival Musicage (Rovereto), Festival Aperto (Reggio Emilia), Musma Museo Della Scultura Contemporanea (Matera) il cui concerto è stato trasmesso dall’ente radiofonico Radio Rai3. Nel 2013, hanno beneficiato del contributo alla mobilità artistica erogato da “GAi Giovani Artisti Italiani” vincendo il concorso Movin’Up.
Luciano Maggiore (1980) Musicista attivo nel campo della musica elettroacustica, negli ultimi anni ha sviluppato un forte interesse nei confronti dei meccanismi di diffusione del suono, utilizzando speaker e vari supporti analogici e digitali (walkman, lettori cd, registratori a bobina) come primo strumento. Il suo interesse si snoda tra valori architettonici e psicoacustici del suono come anche dinamici e direzionali ponendo un forte accento nei confronti dei suoni fissati. Lavora regolarmente in duo con Francesco Brasini ed Enrico Malatesta. Ha collaborato con Angstarbeiter, Auriga, Mario De Vega, John Duncan, Andrew L. Hooker, Seiji Morimoto, Seijiro Murayama, Teatro Valdoca, Zapruder Filmmakergroup, Zimmerfrei, Dominique Vaccaro. Il suo lavoro è edito da Boring Machines e Senufo Editions. lucianomaggiore.blogspot.it
Enrico Malatesta (1985) Percussionista e ricercatore attivo nel campo della musica contemporanea; ha studiato percussioni classiche presso il conservatorio “Bruno Maderna” di Cesena e la sua personale ricerca è volta ad estendere le possibilità soniche e multi materiche degli strumenti a percussione tramite tecniche gestuali semplici, in grado di realizzare spessori poliritmici ed informazioni multiple che intercorrono tra esecutore, spazio e strumento. Lavora regolarmente in duo con i percussionisti Christian Wolfarth e Seijiro Murayama con i sound artist Giuseppe Ielasi, Renato Rinaldi, Riccardo Baruzzi, Attila Faravelli, Nicola Ratti ed è membro fondatore dell’ensemble Glück;ha tenuto concerti in Europa, Giappone, Corea del Sud, Nord America e pubblicato materiale per etichette discografiche italiane ed internazionali. Cura la rassegna di concerti e performance “grande stagione”. enricomalatesta.com
M. BALDINI / D. CI / D. LUCCHESI / E. RICCI
A chiudere questo prima data del festival, presso Lo Studio, il quartetto di improvvisazione radicale formato da Marco Baldini, Devid Ciampalini, David Lucchesi, Edoardo Ricci.
Marco Baldini (1986) suona la tromba. Folgorato dal free jazz negli ultimi anni del liceo, ha avuto poi modo di radicalizzare il suo approccio musicale, grazie anche all’incontro con Edoardo Ricci, Eugenio Sanna e il collettivo Burp. Negli ultimi anni ha potuto suonare con Mat Pogo, WjMeatball, Stefano Bartolini, Scott Rosenberg, Jacopo Andreini, Andrea Caprara, Tristan Honsinger, nel Manucinema di Tuia Cherici, nella Neem orchestra e collaborare con ùKinkaleri e Fosca. E’ tra i membri fondatori del collettivo Blutwurst. Dal 2014 collabora con Luisa Santacesaria, Chiara Saccone e Daniela Fantechi.
Devid Ciampalini (1988), è un musicista/sperimentatore e fondatore del collettivo artistico Ambient-Noise Session. Nasce come bassista nel 2007, suonando in varie formazioni punk. Attualmente lavora con microfoni a contatto destrutturando le pulsazioni in rumori cinetici e interagendo con il proprio corpo. Il suo è un percorso fisico che scava nella trasformazione dell’ espressività, attraverso field recordings di voci e suoni gutturali modificati in real time. La sua è una ricerca ecclettica fatta di psichedelia, noise e free music. Milita anche nelle formazioni Metzengerstein, Holy Hole e SuperVixens.
David Lucchesi, chitarra elettrica, chitarra acustica. Ha iniziato a suonare con un quartetto con il nome di Mario e the Kadath,successivamente ha suonato con Metzengerstein e Holy Hole, attualmente sperimenta sulla chitarra alla ricerca di un suono personale tramite l’improvvisazione che gli consente di esplorare suoni e di avvicinarsi alla radice di essi. Ha partecipato a diversi workshop tenuti da Eugenio Sanna con il nome ‘Il Suono dell’Improvvisazione’ Ha suonato con Ester Lamneck, Eugenio Sanna, Stefano Bartolini, Edoardo Ricci, Marco Baldini dove con questi ultimi due porta avanti un quartetto di improvvisazione.
Edoardo Ricci, sax alto, soprano, sopranino,clarinetto basso. Ha iniziato a suonare nel 1974 fondando insieme ad altri il Neem (Nuove Eresie Eretico Musicali). Incidendo poco dopo il disco “Come eravamo brutti da piccini”. Nel 1976 suona nel quartetto di guido Mazzon incidendo due dischi. Suona nell’orchestra di Gaetano Liguori incidendo un disco. Nel 1980 con Stefano Bartolini, Filippo Monico e Guido Bresaola compone la parte musicale del gruppo di musica e danza “Tutti i nodi vengono al pettine”. Forma un gruppo con Tristan Honsinger, Sean Bergin, Stefano Bartolini, Renato Cordovani, Nicola Vernuccio e Filippo Monico suonando al festival jazz di Palmi, al Grey Cat di Grosseto ed al Recitarcantando di Cremona . Nel 1985 Fa parte del Gruppo Contemporaneo ( con Guido Mazzon, Filippo Monico, Stefano Bartolini Massimo Falascone, Angelo Contini e Roberto Del Piano) incidendo il disco “Aspettando i Dinosauri”. Con la compagnia di danza di Susanna Beltrami partecipa all’allestimento musicale dell’ operetta musicale Dressoir di Misha Mengelberg, suonando le musiche dal vivo. Insieme a Filippo Monico ed Eugenio Sanna da vita al gruppo Padouk incidendo il disco “Padouk” per la Splasch record. Nel 1992 partecipa con padouk al festival di controndicazioni organizzato da Mario Schiano. Con Padouk, diventato quintetto con l’ingresso di stefano Bartolini ai saxes e Roberto Del Piano al basso elettrico suona al festival di Noci curato da Vittorino Curci. Nel 1993 comincia la profiqua collaborazione con il Jealousy Party gruppo che comprende Roberta Andreucci, prima alle percussioni e poi stabilmente all’elettronica ed Mat Pogo alla voce ed all’elettronica incidendo vari lp e cd nel corso di quasi sedici anni di attività: Now, Again, il sette pollici “Jealousy Party” per la Phonometak, Mercato Centrale, Relative memory con in aggiunta al trio Nicolas Wiese e per ultimo “All Hours” Piccolo manifesto sonoro di mesi e mesi di concerti e studi. In duo con Sanna incide i cd “Lo scorfano miracolato” Del 1995, “Le sette premonizioni ortofrutticole” Nel 98 registra un disco con Roy Paci, Jacopo Andreini e Massimo Cipriani intitolato “CRAP”. Sempre nel 1998 in trio con Eugenio Sanna ed il batterista Roger Turner registra un disco dal vivo “ I segnali della ritirata”. Nel 2000 rimette in piedi con Roberto Bellatalla e filippo Monico il Muzic Circo, incidendo il disco “Vent’anni dopo” per Setola di Maiale collana curata da Stefano Giust. Suona a controindicazioni. Nel 2001 fa parte dell’organico di “Mondo Ra” orchestra celebrativa che esegue le musiche di Sun Ra, suona all’auditorium della Rai la serata di apertura del festival di controindicazioni. Nel 2002 suona con “mondo Ra” Ad Orsara di Puglia. Nel 2006 partecipa con Eugenio Sanna al festival “Inaudible” a Bruxelles. Nel 2006 suona al festival instabile a Pisa sempre con Sanna e Turner registrando il disco “ Live a Pisa”. Nel 2010 fa parte del collettivo Blutwurst.
info:
nubprojectspace.com
www.liscarecords.com
Centro Culturale Luigi Russo – www.museodeibozzetti.it – 0584795500
luoghi:
Chiostro di Sant’Agostino (Sala dell’Annunziata) – Via Sant’ Agostino 1, Pietrasanta
Lo Studio – Piazza Matteotti 39, Pietrasanta