Rùa dél trun

L’effigie scelta come nostro simbolo editoriale, consiste nella  rielaborazione di un incisione rupestre preistorica, fra le migliaia presenti sul Monte Bego, situato nella catena delle Alpi Marittime della regione Provenza – Alpi – Costa Azzurra: precisamente 80 km a nord di Nizza, tra Tenda ad est e Saint-Martin-Vésubie ad ovest.
Il Monte Bego culmina a 2872 mt. e le incisioni, risalenti al calcolitico (età del rame) e all’antica età del bronzo, sono inaccessibili, a causa della neve, dalla fine di ottobre a giugno.

Rouelle realizzata sul prolungamento delle corna di un corniforme, evocante un antropomorfo. La rouelle situata al posto della testa, rappresenta il sole” (da “Le rocce delle meraviglie” – Jaca Book 1996).
Come per il Gigante Atlante, la figura antropomorfa si fa carico della volta celeste o del mondo: il fardello della ciclicità dell’esistenza –dato dalla ruota, rouelle–  è rappresentato attraverso la connessione di microcosmo (uomo) e macrocosmo (mondo, universo).
Nella nostra immagine, la coincidenza tra il simbolo solare con quello della ruota, apre un ulteriore livello di significato, che si concentra nel motto Rùa Dél Trun = ruota del tuono.
La ruota del tuono si riferisce alla ruota del carro del dio celtico Taranis, dio del tuono, ma non solo, venerato in Gallia e pare anche nell’area piemontese.
Il nome Taranis significa “il fulminatore”, è dunque il dio della volta celeste. I suoi simboli sono appunto la ruota e/o la spirale. In origine è  un dio del tempo atmosferico al quale nel corso dei secoli sono state assegnate altre funzioni.
Di nuovo gli opposti si intersecano: il fulmine col sole e il tempo atmosferico col trascorrere degli eventi.

The effigy we chose as our editorial symbol is an elaboration of a prehistoric rupestrian engraving, one of the many inside Monte Bego, a mountain situated in the Maritime Alps chain of the Provence region, Coôte d’Azur; 80 km north of Nice, between Tenda (east) and Saint-Martin-Vésubie (west).
Monte Bego is 2872 mt. high and its engravings, dated back to the chalcolithic period (copper age) and the early bronze age, are inaccessible from the end of October until June because of the snow.

Rouelle placed on the horns prolongation of a horned creature, evocating an antropomorphic being. The rouelle put in the head’s place stands for the sun” (from the “The Wonders Rocks” – Jaca Book 1996).
Like the Atlantis Giant, the antropomorphic figure props the sky dome up: the burden of the existence cycle – expressed by the wheel, rouelle – is represented by the connection between microcosmos (man) and macrocosmos (earth, universe).
The exchange of the solar symbol and the wheel in our image leads to a new significance that is summarized in the motto Rùa Dél Trun = thunder wheel.
The thunder wheel refers to the wagon wheel of the Celtic God Taranis, the thunder god (but not only), worshipped in Gallia and in the Italian region of Piemonte.
The word Taranis means “the one who darts lightning bolts”, so he’s the sky dome divinity. The wheel or the spiral are his symbols. In the beginning he was a Weather God but other powers were associated to him over the centuries. Once again the opposites intersect: the lightning bolt and the weather with the passing of time.

Negalogo

[dia•foria:

1) Non è una rivista
2) Non è niente di nuovo
3) Non è allineata
4) Non è squadrata
5) Non è invadente
6) Non è(siste)
7) Non è di tutti
8) Non si rivolge a qualcuno in particolare
9) Non usa l’imperativo
10) Non appartiene
11) Non strepita
12) Non sussurra
13) Non è condizionata
14) Non è finanziata
15) Non è un organo
16) Non sta in guardia
17) Non è una marca
18) Non è un’alternativa
19) Non è alternativa
20) Non è pesante
21) Non è tendente
22) Non è una provocazione
………………………………………………

Proposizione:

[dia•foria è un piccolo “spazio” di evocazioni, suggerimenti, curiosità, progetti. Un serio divertissement che trae ispirazione dall’esperienza seminale fatta da Arrigo Bugiani, dal 1960 al 1994, coi Libretti di Mal’aria.
Lo spazio diaforico è ancora un’entità allo stato embrionale, magari si trasformerà in qualcos’altro col passare del tempo, chissà. Per ora è un semplice foglio piegato in quattro che si chiama “[dia•foria”. E questo blog.
Uno spazio è un campo disponibile: può essere riempito o rimanere vuoto o quasi vuoto; sarà nostro impegno principale quello di arrivare a suonare le foglie.
Proveremo a rimanere leggeri -nel peso-  fuggendo i lustrini, il pletorico e il trombonico e se non lo faremo sarà solo perché vogliamo essere equivoci. L’equivoco e non la provocazione è quello che ci preme di più.
Tutti e nessuno possono partecipare a [dia•foria. Per ora la redazione è formata da: Fernando Anateti, Walt G. Catalano, Stefano Pocci, Daniele Poletti. Si ringrazia Patrizio Politi per il suo supporto al progetto grafico dei primi numeri.

[dia•foria:

1) is not a magazine
2) is nothing new
3) is not aligned
4) is not squared
5) is not invasive
6) does not exist
7) does not belong to everybody
8) is not for someone in particular
9) is not imperative
10) doesn’t belong to
11) doesn’t make a din
12) doesn’t whisper
13) is not conditioned
14) is not sponsored
15) is not an organ
16) is not on guard
17) is not a brand
18) is not an alternative
19) is not alternative
20) is not heavy
21) is not slanted
22) is not a provocation
………………………………………………

Proposition:

[dia•foria is a small “space” made of evocations, suggestions, curiosities, projects. It’s a serious divertissement inspired by Arrigo Bugiani‘s Libretti di Mal’aria (a pun on “sick air” and “malaria”), an over thirty years capital experience (from 1960 to 1994).
This diaforic space is still an embryonic entity; it might transform into something else as time goes by, who knows? For now it’s just a simple folded into four parts paper sheet named [dia•foria. And this blog.
Such a space is an open field: it may be filled up, left blank or almost blank; our main purpose will be playing the leaves.
We’ll try to be simple and light, shunning glitz, excessive and solemn tones but if we don’t it’s just because we want to be equivocal. We’re in fact concerned with equivocalness and not with mere provocation.
Anyone and no one can join [dia•foria. At this moment the staff consists of Fernando Anateti, Walt G. Catalano, Stefano Pocci, Daniele Poletti. We would like to thank Patrizio Politi for his support on the graphical realization of the first issues.

[dia•foria (nuova parola)

dia- /’dia/ (di·a) pref. [dal lat. dia-, dal gr.dia-, cfr. diá “attraverso, per mezzo di, separazione”]  attraverso, per mezzo di, differenza, separazione […]

-foria /fo’ria/ (fo·ri·a) conf. [dal gr. –phoría, cfr. phérō “io porto”] il portare, lo spostare, il trasportare […]
(Grande Dizionario Italiano Dell’Uso – Tullio De Mauro – UTET)

Ogni numero del nostro foglietto è denominato cartilagine, il cui formato è attualmente di 14×32 cm., ripiegato in quattro.

dia- /’dia/ (di·a) pref. [from Latin dia-, from Greek dia-, cfr. diá “through, by means of, partition”] through, by means of, difference, partition […]

-foria /fo’ria/ (fo·ri·a) conf. [from Greek –phoría, cfr. phérō “I bear”] bearing, moving, transporting […]
(literal translation from Grande Dizionario Italiano Dell’Uso – Tullio De Mauro – UTET)

Every issue of [dia•foria is called cartilage whose format is right now a 14×32 cm folded into four parts paper sheet.